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CARAMEL
A cura di Virginia Gaudioso
PERSONAGGI ED
INTERPRETI:
Layale:
Nadine Labaki
Nisrine : Yasmine Elmasri
Rima : Joanna Mkarzel
Jamale: Gisèle Osta
Rose: Sihame Haddad
Lili: Aziza Semaan
Regia: Nadine Labaki
Musiche : Khaled Mouzannar
Fotografia : Yves Sehnaoui
Scenografia : Cynthia Zahar
Produttrice : Anne Dominique Toussaint
Produzione : Francia, Libano 2007
Distribuzione - Lady Film
Genere : commedia – dramm.
Durata : 96 minuti
“Caramel”, il titolo del film, non è
nient’altro che l’impasto cotto di zucchero, limone e acqua usato
come ceretta depilatoria in Medio Oriente.
A Beirut, cinque donne lavorano in un istituto di
bellezza molto famoso. In questo microcosmo colorato e pieno di
sensualità e di calore, si danno appuntamento donne di diverse
generazioni che parlano di se stesse, si scambiano confidenze e si
raccontano la loro storia con la libertà e l’intimità
propria delle donne.
C’è Layale, che è innamorata di Rabih, un uomo
sposato; Nisrine, una giovane musulmana che sta per sposarsi ed
è angosciata da un terribile problema , la prima notte di nozze suo
marito scoprirà che lei ha già perduto la sua verginità ; Rima che
non riesce ad accettare di essere attratta dalle donne; Jamale
ossessionata dall’età e dal fisico ed infine Rosa, che ha
sacrificato i suoi anni migliori e la sua felicità per occuparsi
della sorella malata di mente.
Cinque donne, un salone di bellezza che rappresenta
il loro luogo protetto, il rifugio dove si sentono al
sicuro e libere da pregiudizi, da tradizioni e da regole
ancestrali. Un labirinto di contraddizioni chiamato Beirut, un mondo
in cui shampoo e cerette s’intrecciano a codici e tabù ora
cristiani ora musulmani e a una visione molto complicata della
bellezza , della femminilità, della famiglia….E’ “Caramel”,
l’ esordio rivelazione della 34enne Nadine Labaki, regista e
attrice nei panni della proprietaria del salone. Un affresco brioso
di convivenza civile, di condivisione di gioie e dolori, di
complicità reciproca tra donne libanesi di etnie e religioni
diverse.
Il salone si trasforma in un luogo simbolico
femminile, dove la tolleranza, la reciprocità, la sinergia d’intenti
e di sentimenti trascendono le miserie, i conflitti, la violenza del
mondo esterno……di una Beirut di lì a poco sotto la minaccia
della guerra. Nadine con la sua opera lancia un messaggio di
pace per il suo popolo, una speranza di felicità.per le sue donne .
Donne che scherzano, litigano, s’illudono e deludono, sognano o
ripudiano uomini, hanno tentazioni varie, portano il velo o guardano
oltre. Vivono dunque,con dolore profondo la contraddizione tra
l’apertura occidentale e la tradizione orientale Il tema
anche metaforico dell’estetismo(curarsi fuori per migliorare
dentro) porta le protagoniste a ritrovare se stesse e a confessare i
propri intimi desideri..
Stupite , notiamo come i problemi del mondo
femminile siano sempre e ovunque gli stessi e come sia ancora lento e
complicato il processo di emancipazione .
. La Labaki poggia lo sguardo sulle dolci malinconie
quotidiane, senza cadere nello scontato o nello stucchevole e
riuscendo a raccontare storie diversificate senza che nessuna prenda
il sopravvento sulle altre.
Notevole l’abilità dell’autrice nel muovere la
macchina da presa in spazi angusti e ristretti ,nel presentare
personaggi bene definiti con semplici inquadrature e primi piani
capaci di cogliere, con essenzialità, la profondità degli sguardi.
Struttura narrativa godibile, grazie anche ad una
sceneggiatura agile che permette un passaggio fluido e sinergico dal
tragico all’ironico. Il film vanta di una fotografia e di una
colonna musicale molto interessanti.
La regista:“ Narra attraverso gli occhi, i suoni,
gli odori, in modo così pregnante da convincerci di poter toccare ed
assaporare, come se fossimo realmente immersi nell’atmosfera
straordinaria della sua bella sceneggiatura.”
NADINE LABAKI
Nadine Antoine Labaki è nata a Baabdet in Libano il 18 febbraio
1974. Nel 1997 si laurea a Beirut in Scienze della Comunicazione.
L’avvenimento che cambiò totalmente la sua vita fu l’incontro
con la produttrice francese Anne Dominique Toussaint che intuì
subito la grande passione e il talento della giovane per il
cinema. Così dopo che lesse alcune pagine della sceneggiatura di
Caramel la invitò ad iscriversi al Cannes Festival Residence (un
programma per giovani registi alla loro opera prima con corsi di
scrittura e di produzione di film); dove tra centinaia di
partecipanti, Nadine, riuscì ad entrare insieme con altri 11
corsisti. Dopo 6 mesi la sceneggiatura di Caramel era finita, la
Toussaint trovando la storia interessante decise di produrre il
film in Libano con un’equipe tecnica libanese; la post produzione
si è poi realizzata a Parigi.
“Caramel” è stata accolta con entusiasmo dal
pubblico di Cannes e ha avuto un notevole successo al
festival di Toronto ed anche in Francia .
Il film ha ricevuto critiche positive in tutto il mondo. E’
candidato all’Oscar 2008 come migliore film straniero.
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